Da "ALDO PROTTI un baritono fatto così"
di Lidia Soriani Cucchi e Daniele Rubboli,
Ed.Azzali, Parma

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1953 Teatro alla Scala
"I pagliacci" con C. Petrella
1953 Teatro alla Scala
"I pagliacci" con C. Petrella
La traviata Teatro alla Scala 1955 con M. Callas

………. Aldo ci ha lasciato il 10 Agosto del 1995, il giorno delle stelle cadenti ed è stato davvero una grande stella che ha brillato per tanti anni nel firmamento della lirica mondiale.
Era nato a Cremona il 19 Luglio del 1920, e lì aveva vissuto in semplicità, nel quartiere popolare dove era nato, rifuggendo il divismo, ed ultimamente amareggiandosi per la molta corruzione che vedeva nel mondo del canto lirico.
Si era esibito l'ultima volta il 15 Luglio 1995, in occasione del prestigioso conferimento del premio " Caruso" a Firenze, e avrebbe dovuto anche a cantare a Darfo, dove, nel seno della sua Associazione desiderava "chiudere" con la "Cavatina" di Figaro dal "Barbiere di Siviglia", opera che aveva aperto la sua straordinaria carriera il 9 Ottobre 1948.
Da allora Protti ha debuttato 54 opere con circa 2000 rappresentazioni ed un numero imprecisato di concerti, di cui moltissimi per beneficenza, soprattutto nella sua città.
E' stato definito "il più celebre Rigoletto" del dopoguerra, ma questo ci è sembrato limitato nella definizione dell'arte di Aldo che, pur venerando Verdi, si è sempre esibito anche nel repertorio verista con alcuni debutti pure di opere moderne.
Interprete di grande vigore vocale ed intensità espressiva, aveva cantato sotto la direzione dei più celebri direttori, con colleghe come: Barbieri, Cerquetti, Callas, Guden, Kabaivanska, Lazzarini, Ludwig, Olivero, Nicolai, Simionato, Stella, Tucci, Zeani, e con colleghi tra cui: Carreras, Cecchele, Corelli, Del Monaco, Domingo, Filippeschi, Kraus, Martinucci, Pavarotti, Poggi, Raimondi, Tagliavini.
Ci rimangono di Protti le molte registrazioni, il suo ricordo e la nostra Associazione, che nel tempo cercherà di rendergli l'omaggio e l'affetto che si è meritato. …………………

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1955 Teatro alla Scala A. Chénier con M. Callas 1955 Teatro alla Scala A. Chénier con M. Callas Teatro Grande di Brescia
"I pagliacci" 1958

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Teatro alla Scala
Rigoletto 1961
Teatro Massimo di Palermo
Rigoletto 1967
Teatro Massimo di Palermo
Rigoletto con L. Pavarotti 1967

Da "ALDO PROTTI i suoi personaggi"
di Evelino Abeni
Azzali Editore, Parma

…………. una carriera - quella del grande baritono nato a Cremona nel 1920 - che è sicuramente da considerare come una delle più prestigiose fra i cantanti lirici della seconda metà del Novecento.
Per sottolinearlo, in questi casi, si usa mettere in fila una serie di aggettivi, per lo più al superlativo. Non lo farò, anche perché non vorrei essere sospettato di campanilismo e di partigianeria, essendo io cremonese come Aldo ed avendo avuto l'onore ed il piacere di godere della sua amicizia.
Quello di Protti è uno di quei casi, nei quali è sufficiente - per sottolineare la portata (grandiosa) del suo percorso artistico - citare, seppure schematicamente, dei dati. Aveva 52 opere in repertorio, di cui 47 interpretate nei teatri lirici e 5 in programmi radiofonici alla RAI. Ha cantato in circa duemila (!) recite operistiche ed in circa trecento concerti. Ha cantato sotto la direzione dei più celebri direttori d'orchestra ed assieme ai più grandi cantanti del suo tempo, alcuni dei quali avevano già dominato sui palcoscenici dei teatri lirici negli anni precedenti la seconda guerra mondiale (e la presenza di Protti contribuiva a mantenere elevata la qualità del cast). Ha esibito la sua voce e la sua arte nei più importanti teatri italiani così come nei più grandi all'estero:
Berlino, Parigi, Atene, Bruxelles, Madrid, New York, Città del Messico, Rio de Janeiro, Il Cairo, Buenos Aires, Tokyo, Teheran ed altre grandi città di tutto il mondo hanno rappresentato tappe significative nella sua carriera. Un rapporto artistico particolarmente intenso lo ha legato per tanti anni a Vienna, grazie alla grande considerazione e stima nutrite nei suoi confronti da Herbert von Karajan: quante stagioni liriche allo Staatsoper! (si dice che, in tanti anni di collaborazione con il teatro viennese, Protti non abbia imparato la lingua tedesca... pare invece che, in non pochi operatori di quel teatro, sia riuscita ad affermarsi la conoscenza del dialetto cremonese!).
Protti fu protagonista di un "Rigoletto" televisivo, trasmesso dalla RAI nel 1955 (una delle prime opere liriche rappresentate in TV). Della sua voce e della sua arte ci è tramandata testimonianza attraverso una abbondante discografia (realizzata in sala d'incisione o con la riproduzione di registrazioni dal vivo), ………..
Mi pare bastino questi essenziali riferimenti - ripresi, in gran parte, in modo più particolareggiato nelle note relative ai suoi personaggi - per sottolineare la grande statura artistica di Aldo Protti. C'è un altro elemento, però, che -relativamente al suo percorso artistico - merita una sottolineatura: si tratta della straordinaria rapidità con cui ha affermato le sue doti nel mondo del melodramma. Gioverà ricordare che in quel momento della fase iniziale della carriera di Protti (fine degli anni Quaranta, inizio dei Cinquanta) il panorama italiano del melodramma era ricco di voci baritonali di grande valore. Sui palcoscenici dei teatri lirici esibivano la loro voce, la loro arte baritoni dalla prestigiosa carriera, che aveva preso corpo nei decenni precedenti ( Carlo Tagliabue, fra questi); erano protagonisti sulle scene baritoni che avevano intrapreso con successo il loro percorso artistico prima o durante la seconda guerra mondiale (basti ricordare Gino Bechi, Tito Gobbi, Enzo Mascherini, Ugo Savarese, Paolo Silveri... e Giuseppe Valdengo, che stava ottenendo successi soprattutto in America, più volte sotto la direzione di Arturo Toscanini); si stava affermando - contemporaneamente a Protti - una nuova leva di baritoni in possesso di notevoli doti (Giuseppe Taddei, Ettore Bastianini, Sesto Bruscantini, Anselmo Colzani, Giangiacomo Guelfi, Rolando Panerai... ad esempio). In quel panorama, occorrevano grandi doti per potersi affermare e non sentirsi in soggezione rispetto a colleghi di tale valore.
Protti possedeva tali doti e in soli cinque anni dal suo debutto - avvenuto al Teatro Pergolesi di Jesi nel 1948 - il baritono cremonese aveva già raggiunto traguardi fra i più ambiti da ogni artista lirico:
aveva cantato all'Arena di Verona, ne "La forza del destino", assieme a Beniamino Gigli; aveva debuttato alla Scala in "Aida" con Maria Callas; aveva partecipato al Teatro dell'Opera di Roma - ancora ne "La forza del destino" - alle manifestazioni celebrative del Cinquantenario della morte di Giuseppe Verdi; aveva cantato alla radio nei famosi concerti "Martini & Rossi" ed annoverava significative esibizioni nelle stagioni operistiche di prestigiosi teatri.
A monte della sua rapida affermazione, stava una severa attività di studio costatagli tanti sacrifici, come ebbe modo di raccontarmi più volte Aldo con il condimento di significativi aneddoti ………….la durezza di quell'impegno ha vaccinato Protti contro la superficialità dei comportamenti, lo ha continuamente stimolato alla ricerca del meglio nella sua preparazione artistica e gli aveva fatto mantenere - anche negli ultimi tempi della sua vita, quando aveva già abbandonato l'attività in teatro - un atteggiamento severo nei confronti dei pressapochismi con cui riteneva si facesse, talvolta, l'opera lirica">"
Aldo Protti parlava senza vanteria della sua vita artistica, ma con il giustificato orgoglio di chi sapeva di aver dato tanto al melodramma e di aver occupato un posto significativo nella sua storia.
Esprimeva l'orgoglio del "cremonese", dell'uomo di provincia che era arrivato fra i grandi, contando sulle sue doti vocali ed artistiche, sul suo impegno, sulla sua capacità di sacrificio.
Riconoscimenti, per la sua prestigiosissima carriera, il grande baritono ne ha avuti tanti, a livello nazionale ed internazionale. Ho già accennato al Premio "Enrico Caruso" assegnatoli, a Lastra a Signa, nel 1995. E' anche il caso di ricordare, fra gli altri, il prestigiosissimo "Viotti d'oro" che gli fu consegnato al Teatro Civico di Vercelli, nel 1960, nell'intervallo di una rappresentazione di "Rigoletto". Come cremonese, suo concittadino, mi piace ricordare, inoltre, i riconoscimenti che gli vennero dalla sua Cremona: il premio "Claudio Monteverdi" nel 1978; il premio "Amilcare Ponchielli" nel 1986; il riconoscimento alla carriera, con una targa consegnatagli dal Sindaco, a nome del Comune e della cittadinanza, nel 1993; la designazione, nel 1994, quale "cremonese dell'anno" da parte del settimanale "Mondo Padano".
Ritengo, però, che il premio più bello, più significativo sia quello che gli è stato costantemente attribuito dai pubblici dei teatri di tutto il mondo, che hanno calorosamente accolto le sue interpretazioni. Eppoi, il ricordo di un grande artista che è ancora ben vivo nella memoria degli appassionati del melodramma.

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1994 controllo bozze cronologia a casa di Protti con L.Soriani Cucchi 15 luglio 1995 Premio Caruso a Lastra a Signa con Masako il baritono Stecchi e Rolando Panerai

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Agosto 1984 con i figli Yuky e Nori Aldo Protti