I balletti - La storia di Carmen

Servizio fotografico a cura di Foto Alessandro - Boario
Innestando sulla novella e sull'opera di Bizet spunti tratti
dal folclore spagnolo ma anche dalla lunga storia di balletti che in un
secolo e mezzo di teatro sono stati realizzati sul testo di Merimé,
la compagnia di balletto Arte Danza 95 ha costruito uno spettacolo, La
storia di Carmen, che l'Associazione Amici della lirica "Aldo Protti"
ha presentato domenica 28 novembre 2004 al Palazzo dei Congressi di Boario
Terme ad una sala gremita e attenta.
Il balletto preparato ed eseguito da Arte Danza 95 utilizza molti brani
dello spartito di Bizet, ma scava anche molto indietro nella tradizione
spagnola recuperando ritmi popolari antichi che sono stati abilmente utilizzati
per giungere ad una interpretazione nuova, fortemente marcata dal tema
del destino - il personaggio della Sorte sempre presente in scena a fianco
della protagonista- che ha suscitato vivo apprezzamento.
Tutto l'insieme del corpo di ballo ha dato una prova decisamente convincente
sullo sfondo di una messa in scena relativamente semplice ma di grande
effetto: l'ambiente spagnolo, che è atteggiamento psicologico e
comportamento e vita di relazione prima di essere campagna assolata o
paesaggio mediterraneo, è stato reso con grande realismo sia dagli
sfondi sia dai movimenti dei ballerini. Una citazione a parte meritano
i solisti. Sono stati veramente notevoli nella resa dei momenti di seduzione
o di gelosia, nello scontro violento o nel duetto amoroso. Arte Danza
95 è una compagnia giovane che ha nel suo repertorio già
parecchi spettacoli; è una compagnia comunque destinata sicuramente
ad avere consensi e una carriera in crescita. La storia di Carmen è
sicuramente una buona prova e il successo riscosso anche a Darfo, davanti
al pubblico dell'Associazione "Protti" che è sicuramente
preparato ed attento, è ampiamente meritato.
L'occasione per la rappresentazione è stata offerta dall'assegnazione
del premio alla carriera che annualmente l'Associazione attribuisce ad
un grande nome della lirica: quest'anno si è trattato del tenore
Mario Malagnini che, reduce da una tournée negli Stati Uniti dove
ha proprio interpretato il personaggio di don José nella Carmen,
ha offerto al pubblico un saggio della sua eccezionale bravura proprio
con un'aria tratta da quest'opera. Anche se solo per pochi minuti è
stato un don José di grande complessità psicologica resa
con sensibilità e forte presenza scenica.
CARMEN di Arte Danza 95
Riteniamo che la danza sia un'efficace via per giungere al cuore di Carmen,
in quanto è nel ballo che gli spagnoli hanno trovato un'importante
forma di espressione. Dopo aver visionato numerose versioni danzate di
Carmen, si è deciso di ripartire dalle origini rileggendo la novella
dì Merimée ed ideando una nuova versione che trae i maggiori
spunti dalla prosa, dall'opera di Bizet, e dal folklore spagnolo. Si è
ricorsi all'attribuzione di uno specifico tema musicale per i diversi
personaggi, variandone l'orchestrazione a seconda delle esigenze narrative
dell'azione scenica e dei sentimenti dei protagonisti. Ad esempio la celebre
Habanera, motivo che esprime efficacemente il carattere sensuale e ribelle
di Carmen, si ripresenta più volte nel corso dello spettacolo,
proposto sia con le percussioni di Schedrin, sia in quella arrangiata
dal virtuoso violinista Pablo de Sarasade quando la protagonista in prigione
si confronta con la propria Sorte. Nel secondo atto, ambientato nella
taverna di Lilas Pastia, per enfatizzare l'atmosfera di un raduno Andaluso,
fatto di colorito, ritmo e folklore, si è scelto di inserire alcuni
brani aggiuntivi alla partitura di Bizet con danze composte da Monreal
più di 200 anni fa, tra i quali anche la celeberrima "Sevillana",
tipica danza dell'omonima città ove la vicenda è ambientata.
Il personaggio di Carmen inventato da Merimèe, è una delle
più celebri rappresentazioni della moderna femminilità,
affascinante ma funesta nella sua solare incostanza amorosa: ella è
beffarda, insolente e sarcastica, una donna libera. A controbilanciare
la femminilità procace ed istintiva della protagonista vi è
la presenza del personaggio della candida Michaela, rappresentante una
concezione dell'esistenza diametralmente opposta, basata sulla lealtà
e sul rispetto dei valori familiari tradizionali. La Sorte, personificata
da una danzatrice, costantemente presente accanto a Carmen, influirà
positivamente e negativamente su ciò che la protagonista compirà
divenendone anche l'anima ribelle. Sarà la Sorte a far lanciare
il fiore che unirà Carmen a Don Josè in un destino di amore
e di morte; ed infine a trasformarsi in un toro nell'arena, fronteggiata
da Escamillo, simbolo di mascolinità potente ma vanesia. Mentre
il Torero con arte conquisterà l'ennesima vittoria contemporaneamente
Josè compirà il tragico destino predetto dalle carte. Carmen
e la Sorte nelle sembianze del Toro moriranno simultaneamente. Dominata
dall'ombra della Sorte che incarna il suo tragico destino, Carmen è
capace di affrontare la propria morte orgogliosa e prigioniera della propria
solitudine.
CARMEN di BIZET - opera lirica -
Il libretto dell'opera lirica fu redatto dall'omonima novella di Prosper
Merimée del 1845 da Meilhac e Halèvy; la prima rappresentazione
ebbe luogo a Parigi nel 1875 e fu l'ultima fatica di Bizet la cui morte
avvenne tre mesi dopo. Carmen apportò una ventata di novità
all'interno della tradizione dell'Opera Comique: sigaraie, contrabbandieri,
donne di malaffare, sensualità, carnalità e personaggi loschi
non si confacevano certo agli ideali della borghesia francese. Nonostante
ciò Carmen suscitò l'ammirazione di compositori dall'indole
estremamente diversificata. Nietzsche fu probabilmente colui che con la
maggior precisione seppe individuare il motivo del fascino di Carmen:
"La sua serenità è africana, la sua felicità
è breve, improvvisa, senza remissione... l'amore come fatum, come
fatalità, cinico, innocente, crudele".
CARMEN nella DANZA
Il primo balletto basato sulla celeberrima novella di Merimée risale
a circa 30 anni prima dell'Opera di Bizet; ideatore fu il grande coreografo,
al tempo ancora sconosciuto, Marius Petipa (Schiaccianoci, Lago dei Cigni
ecc.) il quale creò a Madrid il balletto "Carmen e il suo
Torero". Il primo adattamento per balletto con musica di Bizet fu
di Roland Petit nel 1949; attualmente la versione più utilizzata
è la trascrizione per archi e percussioni ideata da Shedrin per
il coreografo A. Alonso nel 1967, orchestrazione ricca di ritmi e percussioni.
LA TRAMA
Atto Primo
Scena prima
Nella piazza di Siviglia alcuni uomini si intrattengono corteggiando le
giovani operaie della vicina manifattura di tabacco. Tra di essi vi sono
anche alcuni soldati prontamente richiamati alla disciplina dal brigadiere
Don Josè. Giunge Carmen, gitana seducente e spregiudicata con gli
uomini, la quale attira su di sé il risentimento e le gelosie delle
altre donne e in particolar modo di Manuelita che teme di vedersi rubare
il fidanzato. La Sorte, personaggio che incombe sulla scena come simbolo
di un tragico destino, contribuisce ad inasprire la rivalità fra
le due donne armando la mano di Carmen che, al termine di una lite furibonda,
sfregia il volto di Manuelita. Don Josè, accorso per arrestare
la responsabile del ferimento, viene sedotto dalla gitana che reagisce
alla situazione mostrandosi sprezzante. Carmen con astuzia riesce a convincere
il Brigadiere, ormai fatalmente innamorato della donna, a lasciarla fuggire
ed a disertare per seguirla.
Atto Secondo
Taverna di Zingari
I due fuggiaschi trovano rifugio nella taverna di Lilas Pastia dove gli
Zingari sono soliti radunarsi per danzare e cantare. Sopraggiunge Michaela,
fanciulla candida e virtuosa che la madre malata di Josè ha mandato
da lui con l'intento di ricondurre il figlio ad una vita più onesta
e decorosa.
Il brigadiere, commosso dal richiamo materno di cui Michaela è
ambasciatrice, decide di ritornare con lei al capezzale della madre abbandonando,
momentaneamente, Carmen e la vita errabonda. Rimasta sola ma sempre accompagnata
dalla Sorte, la gitana decide di non rinunciare alla propria libertà.
Dopo poco giunge nella Taverna Escamillo, un celebre Torero, il quale
diviene immediatamente preda della passione di Carmen.
Atto Terzo
Scena Prima
Mentre Don Josè, sebbene si trovi lontano, ha il presentimento
suscitato dalla Sorte, che Carmen non lo ami più, quest'ultima
apprende dalle carte il suo tragico destino di morte.
Scena Seconda
Durante la tradizionale festa prima della Corrida giunge Josè a
cercare Carmen; per convincerla a tornare con lui sebbene lei, invaghitasi
dei Torero Escamillo, lo rifiuti fermamente. Mentre nell'Arena il Torero
con arte ed abilità sfida e vince il toro, Josè e Carmen
si scontrano in un furioso litigio dalle tragiche conseguenze
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